PITBULL VITTIME E CARNEFICI, PAE: PROPOSTA DI VIETARE IL COMMERCIO DELLE RAZZE PERICOLOSE
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PITBULL VITTIME E CARNEFICI, PAE : PROPOSTA DI VIETARE IL COMMERCIO DELLE RAZZE PERICOLOSE.
Ennesimo fatto di cronaca nera dove il protagonista è un pitbull, questa volta come vittima molte altre come carnefice. Non è il primo caso ne sarà l’ultimo. Tragedie che, sostiene il Partito Animalista Europeo, possono essere evitate a patto di sanare il vulnus legislativo. Per il Pae, infatti, solo chi detiene un porto d’armi per difesa personale potrebbe poter acquistare cani che appartengono alle specie ritenute più pericolose, una proposta già formulata dieci anni or sono “Bimbo sbranato da due Dogo argentini. Il PAE propone:”equiparare cani pericolosi come vere e proprie armi”
“Non entro nel merito di quanto è accaduto ad Ancona dove il cane Pitbull Narcos, 2 anni, è stato ucciso da un agente durante un’operazione antidroga. Gli inquirenti stabiliranno la dinamica dei fatti e se fosse condannato il poliziotto è giusto che sconti la pena. Il discorso si incardina in un quadro più complesso integrato in un contesto più ampio e articolato. Se è vero che la reazione di ogni singolo cane è imprevedibile perché non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività di un cane sulla base dell’appartenenza ad una razza o ai suoi incroci, è pur vero che l’esito delle conseguenze cambia sostanzialmente se l’aggressore è un pitbull (o rottweiler o dogo o altre razze utilizzate per i combattimenti ovvero indicate nella inapplicata black list ministeriale) piuttosto che un barboncino. Preso atto del vulnus legislativo per cui le istituzioni tramite ripetute ordinanze contenibili ed urgenti concernenti la “Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani” prorogate annualmente con modifiche sempre più inefficaci a risolvere il problema, come l’esclusione della black list dei cani potenzialmente pericolosi inserita dal Ministro Turco nel 2006, al fine di contrastare tale rischio sarebbe opportuno ed auspicabile limitare la vendita di cani potenzialmente pericolosi esclusivamente ai titolari della licenza di porto d’armi per difesa personale, considerato oltretutto che tali razze vengono utilizzate soprattutto dalla criminalità organizzata per i combattimenti clandestini, nelle piazze di spaccio, dalle bande delinquenziali, dai tossicodipendenti, pregiudicati, zingari e quanto altro.”, dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli. “L’aggressione di alcuni cani può essere devastante quanto un colpo di revolver, per questo motivo la proposta del PAE chiede di equiparare tali cani a vere e proprie armi limitandone l’acquisto, la detenzione e la conduzione che potranno essere autorizzate solo ai possessori della licenza rilasciata dal Questore, la disciplina ed i requisiti sono indicati nel Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. La licenza è subordinata oltre alla fedina penale pulita ed all’esistenza di una valida motivazione che ne giustifichi il rilascio quindi il richiedente deve dimostrare che esiste concretamente l’effettiva necessità di circolare armato per fini di difesa personale, anche all’ assenza di alterazioni neurologiche, assenza di disturbi mentali, di personalità o comportamentali attestate dal certificato anamnestico per il porto d’armi ( concernente la dichiarazione sulla sua idoneità psicofisica a entrare in possesso della licenza. Tale certificato attesta che il soggetto non fa uso di droghe o abuso di alcol e che non è affetto da patologie particolari che potrebbero compromettere la sua sicurezza o quella di terzi in caso di rilascio del porto d’armi) necessario per l’ottenimento del definitivo certificato di idoneità psico-fisica al porto d’arma per difesa personale, rilasciato da A.S.L., da Ufficiale Medico in servizio presso Forze Armate ovvero da Sanitario della Polizia di Stato. La licenza deve essere rinnovata ogni anno.” Prosegue Fuccelli. “In questo modo crollerebbe del 99,9% il commercio di tali animali, l’unico modo per evitare il ripetersi dei drammatici fatti di cronaca le cui vittime sono anche gli stessi animali. Fatto salvo per i cani provenienti da provvedimenti di sequestro e confisca, come ad esempio i cani utilizzati per i combattimenti clandestini, per cui le associazioni protezionistiche di volontariato continueranno ad avere la facoltà di gestirne il recupero e la custodia”, conclude il presidente del Pae.
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