PREMIO NOBEL PER LA PACE A VLADIMIR PUTIN: PROPOSTA DEL PARTITO ANIMALISTA EUROPEO
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Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, dovrebbe essere il futuro vincitore del premio Nobel per la Pace «per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli». A onor dl vero per essere il candidato favorito il Presidente Putin dovrebbe intensificare i bombardamenti con bombe a grappolo ed al fosforo bianco soprattutto sui civili ed invadere altre sei nazioni contemporaneamente, quanto meno per eguagliare il primato di un passato vincitore del prestigioso premio. Solo così potrebbe avere una chance di vittoria..
Si fa riferimento all’ex presidente degli USA, Barack Obama, che nel periodo del suo mandato ha bombardato sette stati Afghanistan, Libia, Somalia, Pakistan, Yemen, Iraq e Siria, rafforzando lo stato islamico e causando conflitti militari in diversi paesi. Un’inchiesta del New York Times ha pubblicato i rapporti riservati del Pentagono svelando che degli oltre 50mila raid aerei messi a segno dagli Usa in Afghanistan, Iraq e Siria hanno colpito i bersagli sbagliati e provocato migliaia di vittime civili, anche e soprattutto bambini. Altra caratteristica comune tra USA e Russia è la produzione di bombe a grappolo di cui detengono il record mondiale.
♦— Tuttavia Obama non rappresenta un’eccezione in quanto tutti i presidenti Usa dopo la seconda guerra mondiale hanno iniziato una guerra, o l’hanno continuata. Harry Truman (1945-1953, Democratico) è stato l’uomo della Guerra di Corea. Dwight D. Eisenhower (1953-1961, Repubblicano) ereditò la Guerra di Corea e giunse all’armistizio ma impegnandosi nell’escalation della Guerra Fredda. John Fitzgerlad Kennedy (1961-1963, Democratico) portò in pochi mesi i consiglieri militari statunitensi in Vietnam da qualche centinaio a 16.000 e, di fatto, fu l’iniziatore del conflitto che avrebbe segnato l’America per generazioni. Fu anche il presidente della Baia dei Porci, e cioè del tentativo, fallito, di invadere la Cuba di Fidel Castro. Lyndon Johnson (1963-1969, Democratico) fu colui che prese il posto di Kennedy e verrà ricordato per l’escalation della Guerra del Vietnam. Nel 1965, Johnson ordinò anche l’invasione della Repubblica Domenicana per rovesciare il governo socialista di Juan Bosch Gavino. Richard Nixon (1969-1974, Repubblicano) chiuse la guerra in Vietnam dopo un’escalation di bombardamenti a tappeto sulle città e le campagne del Nord e, segretamente, in Cambogia e Laos. Divenne, nonostante non lo avesse iniziato, il simbolo negativo di quel conflitto. Jimmy Carter (1977-1981, Democratico): quando l’unione sovietica invase l’Afghanistan mandò aiuti militari segreti ai mujaheddin afghani, attraverso i sauditi e i pachistani. Fu la sua guerra e l’embrione di quella che divenne la jihad di Osama Bin Laden contro gli Stati Uniti. Ronald Reagan (1981-1989, Repubblicano), dopo aver chiuso la Guerra Fredda, fu protagonista di due azioni militari: l’invasione di Grenada nel 1983, decisa perché un regime filo marxista non si affiancasse a quello di cubano in quell’area; il bombardamento di Tripoli nel 1986 con l’obiettivo di colpire Gheddafi. George H. W. Bush (1989-1993, Repubblicano) combatté e vinse la prima guerra del Golfo, dopo l’invasione da parte di Saddam Hussein del Kuwait. Diede anche l’ordine di invadere Panama: nel dicembre del 1989, 24.000 soldati americani sbarcarono nel piccolo, ma importantissimo stato del Centroamerica per abbattere il dittatore Manuel Noriega. Bill Clinton (1993-2001, Democratico) inviò e poi ritirò le truppe americane dalla Somalia. Due anni dopo, ordinò i raid aerei contro i serbi di Bosnia per costringerli a trattare e, dopo gli accordi di Dayton, dispiegò una forza di pace nei Balcani.Nel 1998, in risposta agli attentati di Al Qaeda, per ritorsione fece bombardare obiettivi in Afghanistan e in Sudan. Un anno dopo, il teatro di guerra tornò ad essere i Balcani: gli Usa furono protagonisti della Guerra del Kosovo e della caduta di Milosevic. George W. Bush (2001-2009, Repubblicano) è il presidente delle due guerre americane in grande stile: Afghanistan e Iraq come risposta all’attacco delle Torri Gemelle. Barack Obama (2009-2017, Democratico) ne abbiamo parlato in apertura. Donald John Trump (2017-2021, Repubblicano) tre mesi dopo il suo ingresso alla Casa Bianca, ordinò il lancio di 59 missili Tomahawk contro il territorio siriano controllato dall’esercito di Assad. Poco più di un anno dopo un nuovo raid, stavolta con 105 missili e con un numero di vittime ancora più alto. Tutte e due le incursioni verranno condannate dal Segretario generale dell’Onu. Il 3 gennaio 2020 un Raid Usa a Baghdad uccide il potente generale iraniano Soleimani. L’ordine di uccidere il generale è partito direttamente dal presidente Trump, afferma il Pentagono.—♦
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Viste le solide analogie la commissione di Oslo non dovrebbe avere dubbi ad assegnare il riconoscimento al presidente della Federazione Russa, tuttavia non si comprende il motivo per cui l’eccellente modello democratico occidentale della libertà di pensiero e di stampa rappresentato dal mainstream e dal pensiero unico dominante filo-americano consideri Putin soltanto un macellaio, assassino, terrorista da condannare per crimini di guerra e genocidio.
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Due pesi e due misure ? Altro che modello democratico di libertà, non c’è foglia che si muova che Dio (USA) non voglia. L’UE non decide non esiste, è soltanto uno scendiletto dell’imperialismo statunitense.
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- Dichiarazione del presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli -
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11 mag , 2022 at 14:49
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